La mia ricerca artistica indaga il tema dell’umano nelle sue forme animali, mostruose e bestiali. Il mondo, così come lo vediamo nelle sue forme, tende a scomparire una volta che ne abbiamo fatto esperienza con i sensi. Attraverso la memoria riusciamo a ricostruirlo grazie ad un meccanismo di ibridazione che mette insieme il passato (ciò che è stato), il futuro (che potrebbe essere) e il presente (ciò che percepiamo).
Il mio approccio alle arti visive nasce perciò da un’esigenza, quella di ri-creare un mondo altro, possibile, che abbia i suoi pregi e difetti; parto da un indagine del e sul sensibile, su ciò che mi circonda, permeandolo con l’intangibile, il mitologico, il culto. Il mondo naturale, nella sua forma pannica è costituito da un’amalgama di realtà e immaginazione che fi ltrato dalla memoria ci viene restituito come un mondo di cui possiamo avere tre visioni differenti ma compenetranti: un mondo a sè stante, un mondo familiare e un mondo estraneo. Così anche gli animali subiscono questa metamorfosi, smettono di essere tali e quali li conosciamo e facciamo loro indossare delle maschere. Questo li trasforma in bestie che diventano l’incarnazione e la presenza di un qualcosa di diffi cilmente classifi cabile: a volte sono solo loro stessi ma altre volte assumono i modi di coloro che le osservano, altre volte invece incarnano mondi distanti, più legate ad un mondo spirituale di cui non possediamo l’esclusivo dominio, ma da cui non possiamo sottrarci, in quanto la nostra esistenza ne è parte integrante.
Spesso l’altro-da-sè può farci da guida interiore, mostrarci quelle parti di noi più intime e nascoste, rivelandone logiche e pulsioni. Ponendo lo sguardo sull’altro questo si fa veicolo di comprensione di noi stessi, in quanto, quella che ci viene resituita è una visione arricchita dell’esperienza della differenza.
I soggetti delle mie opere vogliono essere dei catalizzatori di realtà impensate, un tentativo di percezione di nuovi possibili immaginari per cercare di costruire quelle mitologie contemporanee oggi sempre più necessarie. E’ solo dopo aver osservato il fenomeno che cerco di digerirlo, comprenderlo nelle sue dinamiche e restituirlo carico di un mio proprio pathos.
Il mio approccio alle arti visive nasce perciò da un’esigenza, quella di ri-creare un mondo altro, possibile, che abbia i suoi pregi e difetti; parto da un indagine del e sul sensibile, su ciò che mi circonda, permeandolo con l’intangibile, il mitologico, il culto. Il mondo naturale, nella sua forma pannica è costituito da un’amalgama di realtà e immaginazione che fi ltrato dalla memoria ci viene restituito come un mondo di cui possiamo avere tre visioni differenti ma compenetranti: un mondo a sè stante, un mondo familiare e un mondo estraneo. Così anche gli animali subiscono questa metamorfosi, smettono di essere tali e quali li conosciamo e facciamo loro indossare delle maschere. Questo li trasforma in bestie che diventano l’incarnazione e la presenza di un qualcosa di diffi cilmente classifi cabile: a volte sono solo loro stessi ma altre volte assumono i modi di coloro che le osservano, altre volte invece incarnano mondi distanti, più legate ad un mondo spirituale di cui non possediamo l’esclusivo dominio, ma da cui non possiamo sottrarci, in quanto la nostra esistenza ne è parte integrante.
Spesso l’altro-da-sè può farci da guida interiore, mostrarci quelle parti di noi più intime e nascoste, rivelandone logiche e pulsioni. Ponendo lo sguardo sull’altro questo si fa veicolo di comprensione di noi stessi, in quanto, quella che ci viene resituita è una visione arricchita dell’esperienza della differenza.
I soggetti delle mie opere vogliono essere dei catalizzatori di realtà impensate, un tentativo di percezione di nuovi possibili immaginari per cercare di costruire quelle mitologie contemporanee oggi sempre più necessarie. E’ solo dopo aver osservato il fenomeno che cerco di digerirlo, comprenderlo nelle sue dinamiche e restituirlo carico di un mio proprio pathos.